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Infortuni sul lavoro: la Cassazione riequilibra l'onere della prova

2025-10-07 12:30

Avv. Massimiliano Conti

Infortuni sul lavoro: la Cassazione riequilibra l'onere della prova

Un recente orientamento della Corte Suprema di Cassazione, espresso nell'ordinanza n. 26021/2025, ha fornito chiarimenti essenziali sul riparto dell'o

Un recente orientamento della Corte Suprema di Cassazione, espresso nell'ordinanza n. 26021/2025, ha fornito chiarimenti essenziali sul riparto dell'onere della prova nelle cause di risarcimento del danno differenziale per infortunio sul lavoro. Questa pronuncia è di particolare rilievo, soprattutto in un contesto giurisprudenziale che, come rilevato dalla stessa Corte d'Appello di Bologna nel caso in questione, non è sempre uniforme in materia di responsabilità ex art. 2087 c.c..

La sentenza riafferma principi fondamentali che possono semplificare l'azione del lavoratore danneggiato, ribadendo la natura contrattuale della responsabilità datoriale.

 

Le Statistiche Confermano l'Incidenza del Danno Differenziale

Prima di addentrarci nei dettagli dell'ordinanza, è utile considerare il panorama generale delle controversie sul "Danno differenziale". Le statistiche su un campione di 25 sentenze totali mostrano che solo il 36% viene vinto integralmente dal lavoratore, mentre il 56% si conclude con sentenze parziali, indicando una complessità probatoria non indifferente.

Nello specifico, quando il lavoratore è la parte ricorrente, le sentenze parziali raggiungono il 64% , a fronte di un 27% di sentenze vinte. Questi dati sottolineano quanto sia cruciale un'allegazione e prova corretta per ottenere il pieno risarcimento.

 

Il principio cardine: al lavoratore basta allegare l'inadempimento

La Cassazione, richiamando l'insegnamento delle Sezioni Unite (n. 13533/2001) e successivi orientamenti autorevoli (come la sent. n. 9817/2008), stabilisce in modo netto che: Il lavoratore che agisce per il risarcimento deve limitarsi a provare il fatto dell'infortunio (la sua dinamica) e il nesso causale tra l'infortunio e le conseguenze dannose subite.

Egli può limitarsi alla mera allegazione dell'inadempimento datoriale. Non spetta al lavoratore l'onere di provare la colpa del datore di lavoro o la violazione di specifiche regole cautelari.

In sostanza, nel caso specifico esaminato nell'ordinanza, è stato ritenuto sufficiente che il ricorrente avesse affermato e provato di aver subito una lesione all'occhio sinistro mentre tagliava un tondino di ferro, identificando in tal modo il fattore di rischio e soddisfacendo l'onere di allegazione.

 

L'onere della prova datoriale è ampio e tassativo

Una volta che il lavoratore ha assolto il suo onere di allegazione e prova del fatto e del danno, l'onere di provare l'adempimento ricade interamente sul datore di lavoro.

Il datore di lavoro, per esimersi da responsabilità, deve dimostrare di aver adottato tutte le cautele necessarie ad impedire il danno. Tale prova deve coprire l'intero sistema protettivo, non solo l'adozione di un singolo DPI. In particolare, l'onere probatorio del datore di lavoro attiene: 

- Alla valutazione dei rischi e all'organizzazione dell'apparato di sicurezza.

- Alla informazione, formazione e addestramento dei lavoratori.

- All'adozione di tutte le misure di sicurezza prescritte dalla legge e suggerite dall'esperienza (art. 2087 c.c.).

- Alla vigilanza sull'uso effettivo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e sul rispetto delle misure adottate.

 

L'importanza dell'obbligo di vigilanza

Un punto cruciale della Cassazione è la bocciatura della tesi della Corte d'Appello che aveva ritenuto non valutabile l'omessa vigilanza sull'uso dei DPI, poiché la circostanza non era stata dedotta nell'atto introduttivo dal lavoratore.

La Suprema Corte afferma con chiarezza che la violazione dell'obbligo di vigilanza rientra negli obblighi posti a carico del datore di lavoro. Il datore è responsabile anche quando, pur avendo fornito i DPI, non vigili affinché questi siano di fatto rispettati. Solo un contegno abnorme, inopinabile ed esorbitante del lavoratore, che si ponga come causa esclusiva dell'evento, può escludere la responsabilità datoriale (il cosiddetto "rischio elettivo").

L'ordinanza n. 26021/2025 rappresenta quindi una importante presa di posizione che semplifica la posizione processuale del lavoratore danneggiato, concentrando l'attenzione sull'adempimento effettivo e completo dell'obbligo di sicurezza in capo al datore di lavoro.

 

Se hai subito un infortunio sul lavoro, è fondamentale una valutazione legale specifica per inquadrare correttamente l'onere della prova in base a questo orientamento giurisprudenziale.

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