ALL RIGHTS RESERVED - AVVOCATO MASSIMILIANO CONTI

 

Studio legale a Siracusa in Viale Teracati 106/B - EMAIL: conti.massimiliano@yahoo.it

 

P.IVA 01843980895

Avv. Conti Massimiliano

Datore di Lavoro "Sottordinato": Una Svolta dalla Cassazione sulla Sicurezza Aziendale

2025-07-18 09:38

Avv. Massimiliano Conti

Sicurezza sul Lavoro, Datore di Lavoro, D.Lgs. 81/2008, Cassazione, Valutazione dei Rischi DVR, Datore di Lavoro Sottordinato, Infortuni sul Lavoro, Diritto del Lavoro,

Datore di Lavoro "Sottordinato": Una Svolta dalla Cassazione sulla Sicurezza Aziendale

Nelle aziende complesse e strutturate, individuare il vero responsabile della sicurezza sul lavoro può essere una sfida. Chi è il "datore di lavoro" q

Nelle aziende complesse e strutturate, individuare il vero responsabile della sicurezza sul lavoro può essere una sfida. Chi è il "datore di lavoro" quando l'organizzazione è frammentata in più sedi o divisioni? Una recente e significativa sentenza della Corte di Cassazione (n. 22584 del 16 giugno 2025) fa luce su questo punto, introducendo e consolidando la figura del "datore di lavoro sottordinato".

 

Questa pronuncia chiarisce che la responsabilità non si ferma necessariamente al vertice, ma segue chi detiene il potere effettivo di gestione e spesa all'interno di singole unità produttive.

 

Il Principio di effettività: chi comanda davvero?

 

Il cuore del ragionamento della Cassazione si basa sul principio di effettività. In materia di sicurezza, non ci si ferma alle etichette formali o alle cariche societarie. La legge guarda alla sostanza: il datore di lavoro ai fini della prevenzione ("prevenzionistico") è colui che esercita concretamente i poteri decisionali e di spesa necessari a garantire la sicurezza.


Questo significa che il datore di lavoro in senso legale-amministrativo (chi firma il contratto di lavoro) può non coincidere con il datore di lavoro responsabile della sicurezza, specialmente in organizzazioni di grandi dimensioni.


 

Datore di lavoro "apicale" vs. "sottordinato"

 

Da questo principio emerge una distinzione cruciale, delineata dalla Corte:

 

Datore di lavoro "apicale": È il vertice dell'intera organizzazione (ad esempio, il Consiglio di Amministrazione o il suo Presidente), che mantiene una responsabilità generale.

Datore di lavoro "sottordinato": È il soggetto a capo di una specifica unità produttiva (es. uno stabilimento, una divisione, una filiale) che sia dotata di autonomia finanziaria e tecnico-funzionale.

 

La sua caratteristica fondamentale è l'autonomia gestionale, decisionale e di spesa all'interno della sua unità. Sebbene sia gerarchicamente subordinato al vertice aziendale, questo vincolo non deve limitare i suoi poteri di intervento in materia di sicurezza. Se i suoi poteri fossero limitati, si profilerebbe più come un dirigente con delega di funzioni.


Il caso concreto: l'analisi della Cassazione

 

La sentenza nasce da un caso specifico che aiuta a comprendere l'applicazione pratica di questi principi.


L'accusa: Il presidente del CdA di una società era stato accusato di non aver redatto il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e di non aver nominato il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) per le unità locali della sua azienda.

La difesa e l'assoluzione in primo grado: Il tribunale di Savona aveva assolto il presidente. La motivazione? La società era divisa in due unità produttive distinte, e il presidente aveva conferito, tramite procure speciali, pieni poteri decisionali e di spesa ai due manager a capo di queste divisioni. Il Tribunale ha riconosciuto questi due manager come i reali datori di lavoro "prevenzionistici" per le rispettive aree, in quanto investiti ex lege (cioè direttamente dalla legge, in virtù della loro posizione di fatto) di tale ruolo.

Il ricorso della Procura: Il Pubblico Ministero ha impugnato la sentenza, sostenendo che una procura speciale non potesse trasferire la qualifica di datore di lavoro a soggetti esterni al CdA. Secondo la Procura, quelle conferite ai due manager erano semplici deleghe di funzioni (art. 16 del D.Lgs. 81/2008). Di conseguenza, gli obblighi non delegabili – come la valutazione dei rischi e la nomina dell'RSPP (art. 17) – sarebbero dovuti rimanere in capo al presidente del CdA.

Il verdetto della Cassazione: La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del PM, confermando la decisione del tribunale. Ha stabilito che le procure non erano semplici deleghe di funzioni, ma atti che riconoscevano una situazione di fatto: i due manager erano già, per la loro posizione e autonomia, i datori di lavoro ex lege delle loro unità produttive. Erano quindi loro i garanti originari della sicurezza, e correttamente avevano adempiuto all'obbligo di redigere il DVR e nominare l'RSPP.

 

Quali sono gli obblighi del fatore di lavoro "sottordinato"?

 

In pratica, cosa deve fare questo datore di lavoro "decentrato"? La Cassazione chiarisce che egli è il garante originario per la sua unità e ha obblighi non delegabili, tra cui:


 

Effettuare la valutazione di tutti i rischi (e redigere il relativo DVR) specifici per l'unità che dirige.

Nominare il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP).

Designare il medico competente.

 

La sua responsabilità è circoscritta all'ambito della sua unità e commisurata ai poteri di decisione e di spesa che gli sono stati effettivamente conferiti.


In sintesi: cosa prevede questa sentenza

 

Questa pronuncia non è un mero esercizio teorico, ma un monito per le grandi organizzazioni. La responsabilità in materia di sicurezza non può essere schermata da titoli formali. Essa ricade su chi ha il potere concreto di agire. Le aziende devono quindi assicurarsi che i responsabili delle singole unità produttive siano dotati non solo di compiti, ma anche dei necessari e autonomi poteri di decisione e di spesa per adempiere ai loro obblighi. In caso contrario, la responsabilità risalirà inevitabilmente ai vertici.