ALL RIGHTS RESERVED - AVVOCATO MASSIMILIANO CONTI

 

Studio legale a Siracusa in Viale Teracati 106/B - EMAIL: conti.massimiliano@yahoo.it

 

P.IVA 01843980895

Eredità e debiti aziendali: quando difendersi in giudizio diventa una trappola

2025-11-20 10:48

Avv. Massimiliano Conti

Eredità e debiti aziendali: quando difendersi in giudizio diventa una trappola

Spesso, quando affrontiamo il tema delle successioni, ci concentriamo sui beni da dividere: immobili, conti correnti, investimenti. Tuttavia, una rece

Spesso, quando affrontiamo il tema delle successioni, ci concentriamo sui beni da dividere: immobili, conti correnti, investimenti. Tuttavia, una recente ordinanza della Cassazione (Cass. civ., Sez. I, Ord., (data ud. 26/06/2025) 27/08/2025, n. 24006) offre lo spunto per analizzare un aspetto molto più insidioso e tecnico: la trasmissione dei debiti derivanti da responsabilità professionale e, soprattutto, il rischio di accettare l'eredità "senza volerlo" compiendo atti processuali sbagliati.

Analizzando il caso di alcuni eredi di un amministratore di società, è emerso un principio fondamentale: difendere la condotta del defunto in tribunale può costare molto caro.

 

Il caso riguarda gli eredi di un amministratore di una società (poi fallita). L'amministratore, quando era in vita, aveva commesso un atto di mala gestio: aveva emesso una nota di credito di oltre 200.000 euro a favore di un'altra società senza alcuna giustificazione, causando un danno economico alla propria azienda.

 

Dopo la morte dell'amministratore, la Curatela del fallimento ha chiesto i danni agli eredi. Questi ultimi si sono costituiti in giudizio. Il punto cruciale è come lo hanno fatto. Non si sono limitati a dire "noi non siamo eredi", ma sono entrati nel merito della questione, difendendo l'operato del padre e sostenendo che quella nota di credito fosse legittima.

 

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna: il fatto stesso di essersi costituiti in giudizio qualificandosi come eredi e difendendo le scelte aziendali del defunto costituisce "accettazione tacita dell'eredità". In pratica, comportandosi come eredi per difendere la memoria e l'operato del familiare, hanno automaticamente accettato anche i suoi debiti.

 

Cosa Significa in Pratica 

Questa pronuncia ha due conseguenze operative molto pesanti:

I debiti da illecito si trasmettono: Se un amministratore o un professionista commette un errore o un illecito civile in vita, l'obbligo di risarcire il danno passa agli eredi.

Attenzione alla difesa processuale: Se venite citati in giudizio per un debito di un parente defunto e non avete ancora accettato l'eredità, dovete muovervi con estrema cautela. Se vi difendete nel merito (es. "mio padre aveva ragione"), il giudice considererà questo atto come una volontà implicita di accettare l'eredità. A quel punto, risponderete dei debiti con il vostro patrimonio personale, a meno che non abbiate accettato con beneficio d'inventario.

 

Questa sentenza dimostra quanto sia delicata la fase di apertura della successione quando ci sono di mezzo cariche societarie o rischi professionali. La strategia processuale, in questi casi, non può essere improvvisata. Se vi trovate in una situazione simile, è fondamentale analizzare preliminarmente se vi conviene accettare l'eredità, rinunciarvi o accettarla con beneficio d'inventario prima di compiere qualsiasi atto difensivo in tribunale. Un errore in questa fase è irreversibile.

 

CONTATTI


facebook
linkedin
whatsapp

Cellulare

Email

342 5960 072

conti.massimiliano@yahoo.it